Il trio di Bill Frisell è ormai riconosciuto come una delle formazioni decisive del jazz contemporaneo: oltre ad essere un riferimento imprescindibile per chiunque voglia gettare uno sguardo alla musica americana dei nostri giorni, rappresenta al tempo stesso un punto di arrivo nella carriera del chitarrista di Baltimora, quasi una sorta di compendio del suo universo stilistico. L’idea di una proiezione del trio su larga scala, fino a raggiungere la dimensione orchestrale, è alla base di questo nuovo progetto: oltre che una prima assoluta, un vero e proprio unicum nella produzione di Frisell. La scrittura è affidata a Mike Gibbs, storico collaboratore nonché mentore di Frisell, e impiega un ensemble di undici strumenti spiccatamente evansiano (e certamente, della sensibilità di Gil Evans, Gibbs è uno dei più autorevoli eredi). Il risultato è una musica che davvero sembra sottrarsi ad ogni possibile definizione: una sorta di spazio sonoro letteralmente oltre i confini tra i generi, sempre attraversato da una sorprendente, luminosa semplicità.

Bill Frisell, chitarra
Thomas Morgan, contrabbasso
Rudy Royston, batteria
Michael Gibbs, direzione e arrangiamenti